In un angolo nascosto della Lombardia, a nord del Lago di Como, si trova la Val Codera, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Qui, l’assenza di strade percorribili in auto ha preservato intatta la bellezza di Codera, un piccolo borgo raggiungibile solo a piedi o in elicottero. Questo isolamento ha reso Codera una meta unica per chi ama il trekking, la natura e le esperienze autentiche, lontano dal caos della modernità. Passeggiando tra le sue case in granito, i viottoli stretti e gli orti curati, si respira un’atmosfera che parla di tradizioni secolari e di un rapporto intimo tra uomo e montagna.
Cosa tratteremo
La mulattiera delle scale: una strada scolpita nella roccia
L’unico accesso al borgo è la celebre Mulattiera delle Scale, un sentiero costruito nell’Anno Mille e composto da circa 2500 gradini. Questo antico tracciato attraversa boschi di castagni, betulle e frassini, offrendo ai visitatori un’immersione totale nella natura. Il percorso, che parte da Novate Mezzola e dura circa due ore, si snoda tra panorami spettacolari e testimonianze della vita di un tempo.
Ogni passo lungo la mulattiera è un collegamento con la storia della valle. Un tempo, questa strada era percorsa dai “picapréda”, gli scalpellini che estraevano il granito dalle montagne per trasportarlo fino alla pianura. Ancora oggi, il sentiero è utilizzato dagli abitanti di Codera per raggiungere il paese, come dimostra Alfonsina, una donna di 94 anni che continua a percorrere questa scalinata con lo stesso spirito di quando era bambina.
Il granito sanfedelino: il tesoro della valle
La storia della Val Codera è legata indissolubilmente al suo granito, noto come sanfedelino. Questo materiale pregiato, apprezzato per la sua resistenza, veniva estratto già nell’XI secolo e utilizzato per costruire marciapiedi e strade nelle città della Pianura Padana, tra cui Milano, Piacenza e Bologna.
Il boom dell’industria del granito si ebbe tra il Settecento e il Novecento, grazie alla costruzione di vie fluviali e ferroviarie che facilitarono il trasporto dei blocchi. Durante questo periodo, il granito di Codera fu protagonista dello sviluppo urbano, trovando largo impiego nelle pavimentazioni e nelle infrastrutture cittadine.
Negli anni Sessanta, con il declino dell’industria estrattiva, le cave furono abbandonate e molti abitanti lasciarono la valle. Oggi, le tracce di quel passato glorioso sono visibili nelle cave in disuso e negli strumenti degli scalpellini, conservati in musei locali che raccontano la storia di una comunità resiliente.
Codera: un borgo che vive nel silenzio
Passeggiare per le strade di Codera è come fare un viaggio indietro nel tempo. Il borgo, situato a 825 metri di altitudine, è un esempio perfetto di architettura rurale alpina. Le case in granito, i tetti spioventi e i vicoli stretti creano un’atmosfera intima e autentica, dove il tempo sembra essersi fermato.
Gli orti, curati con dedizione dagli abitanti, sono pieni di patate, fagioli, cereali e verdure, segno di un legame profondo con la terra. L’assenza di automobili rende l’atmosfera ancora più speciale: il silenzio è rotto solo dal suono dell’acqua e dal fruscio del vento. Questo isolamento ha permesso a Codera di conservare la sua autenticità e di diventare un luogo di pace per chi lo visita.
Un esempio di questa dedizione alla valle è Roberto, presidente dell’associazione Amici della Val Codera. Grazie al suo impegno, sono stati avviati progetti di recupero come la creazione di un museo etnografico, la ristrutturazione di edifici storici e la promozione del turismo sostenibile. Roberto rappresenta lo spirito della comunità: una volontà incrollabile di preservare il passato e di rendere il borgo accessibile a chiunque voglia conoscerlo.
Il Rifugio Brasca: un’esperienza tra natura e tradizione
Da Codera, gli escursionisti possono proseguire lungo un sentiero che conduce al Rifugio Brasca, situato a 1304 metri di altitudine. Questo percorso regala panorami mozzafiato, attraversando baite e maggenghi che un tempo erano abitati dai lavoratori della valle. Il sentiero segue il torrente Codera, accompagnando i visitatori con il fragore delle cascate e il rumore dell’acqua che scorre tra le rocce.
Il Rifugio Brasca, costruito nel 1934 e ricostruito dopo essere stato distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, è oggi gestito da Mirco ed Elisabetta. Questa coppia ha trasformato il rifugio in una casa accogliente, dove tradizione e ospitalità si uniscono. Elisabetta prepara piatti tipici della cucina valtellinese, come i pizzoccheri e il pane cotto nel forno a energia solare, dimostrando come la sostenibilità possa convivere con le tradizioni culinarie.
Il rifugio è un punto di riferimento per chi ama il trekking, ma anche per chi cerca un luogo dove staccare dalla quotidianità e immergersi nella natura. Da qui, lo sguardo spazia su vette imponenti come il Pizzo Ligoncio e la Punta Sfinge, creando un panorama che difficilmente si dimentica.
Perché visitare la Val Codera
Visitare la Val Codera è molto più di un’escursione: è un viaggio che permette di riscoprire il rapporto tra uomo e natura. Ogni passo lungo la mulattiera, ogni incontro con gli abitanti e ogni piatto gustato al rifugio raccontano una storia di resilienza e autenticità.
La bellezza della valle sta nella sua capacità di trasmettere pace e meraviglia, offrendo un’esperienza che va oltre il semplice trekking. Che tu sia un amante della montagna, un appassionato di storia o semplicemente in cerca di un luogo dove ritrovare te stesso, la Val Codera saprà sorprenderti con i suoi panorami mozzafiato e la sua atmosfera unica.