Tra le molte sfumature della Liguria, c’è un volto meno raccontato ma profondamente autentico. È quello che si incontra lungo il Sentiero del Pellegrino, un itinerario escursionistico sospeso tra cielo e mare, incastonato tra le scogliere di Capo Noli e le spiagge dorate di Varigotti. Il suo punto più iconico? La Grotta dei Falsari, una cavità naturale affacciata sull’abisso, dove storia, leggenda e geologia si intrecciano.
Percorrere questo sentiero non è solo un’occasione per camminare, ma per attraversare stratificazioni di paesaggio e memoria, in un ambiente dove l’intervento umano è ridotto al minimo e tutto segue ancora le regole della natura.
Cosa tratteremo
Un itinerario scolpito nella roccia
Il percorso si sviluppa lungo il crinale che separa il mare dall’entroterra. Da una parte le falesie a picco, dall’altra la vegetazione aspra e resistente del Mediterraneo. In mezzo, un sentiero battuto dal vento che offre una delle camminate più panoramiche della regione.
Il dislivello non è estremo – parliamo di circa 300 metri – ma la conformazione irregolare del terreno impone attenzione costante. In diversi punti si cammina a strapiombo, con la costa che si apre in basso in tutta la sua drammaticità. È una Liguria verticale, dove ogni metro guadagnato regala una prospettiva nuova.
Chi ama la fotografia troverà continui spunti: il mare che cambia colore con la luce, la linea netta dell’orizzonte, la ruvidità delle pareti rocciose che si stagliano contro il cielo limpido.
La Grotta dei Falsari: fra mito e paesaggio
La Grotta dei Falsari, conosciuta anche come Grotta dei Briganti, è una cavità naturale ampia e sorprendente, situata a circa 200 metri sul livello del mare. Raggiungerla richiede un breve tratto secondario rispetto al sentiero principale, ma l’accesso è ben segnalato e assolutamente percorribile. Una volta dentro, si resta colpiti dalle dimensioni e dalla sensazione di protezione che la grotta offre.
Il panorama che si apre davanti è semplicemente spettacolare: da qui si dominano le baie di Noli, Varigotti, e nelle giornate limpide si intravedono anche le isole toscane all’orizzonte. È uno di quei posti in cui il tempo sembra sospeso. Non a caso, nei secoli passati la grotta è stata rifugio per naviganti, contrabbandieri e, secondo alcune leggende, per chi batteva moneta falsa lontano da occhi indiscreti. Nessuna prova certa, ma il nome – e l’aura misteriosa che lo circonda – sono rimasti.
Tra eremi, fortificazioni e croci solitarie
Lungo il percorso non ci sono solo panorami. Il sentiero attraversa anche testimonianze del passato: piccoli eremi medievali, resti di fortificazioni, croci piantate nei punti più panoramici. Questi elementi si inseriscono con discrezione nel paesaggio e aggiungono un livello di lettura ulteriore all’esperienza. Camminare qui significa anche leggere la storia scritta nella pietra, intuire le vite di chi ha abitato questi luoghi secoli fa, quando la costa era terra di passaggio, di fede, di attesa.
Non è raro incontrare anche appassionati di botanica, attratti dalla ricchezza di specie vegetali endemiche che crescono in questo tratto di riviera, grazie al microclima generato dalla particolare esposizione del promontorio.
Varigotti e Noli: due volti dello stesso mare
L’itinerario può essere percorso in entrambe le direzioni, ma partire da Noli ha un vantaggio: si sale subito, affrontando la parte più impegnativa all’inizio, e poi si scende dolcemente verso Varigotti, dove è possibile rilassarsi con un tuffo o un aperitivo in riva al mare.
Noli conserva un’impronta medievale, con torri, archi, e un’atmosfera che sa di pietra e salsedine. Varigotti è più aperta, colorata, con le sue case saracene che si affacciano sulla spiaggia, tra le più amate dai surfisti e da chi cerca angoli meno affollati anche in estate.
Per chi è adatto questo percorso?
Il Sentiero del Pellegrino non è estremo, ma nemmeno da sottovalutare. È perfetto per chi ha un minimo di abitudine al cammino e sa affrontare sentieri esposti. Non serve equipaggiamento tecnico, ma scarpe con una buona suola, zaino leggero e riserva d’acqua sono indispensabili.
È sconsigliato a chi soffre di vertigini o ha difficoltà motorie. In compenso, chi ama i percorsi a contatto diretto con la natura, senza artifici, troverà qui un equilibrio raro tra accessibilità e autenticità.
Quando andarci e come prepararsi
I mesi migliori sono aprile, maggio, settembre e ottobre. Il clima è più mite, i colori sono intensi e il percorso è meno frequentato. In estate, l’escursione può risultare faticosa per l’esposizione al sole e la scarsità di ombra. In inverno, invece, il vento forte può rendere poco piacevole il tratto in cresta.
Prima di partire è utile consultare le condizioni meteo. La pioggia rende il sentiero scivoloso, mentre in presenza di vento molto forte, i tratti più esposti vanno evitati.
Un’esperienza che va oltre la semplice camminata
Il Sentiero del Pellegrino e la Grotta dei Falsari non si limitano a offrire bellezza visiva. Invitano a rallentare, a spostare lo sguardo, a lasciarsi sorprendere da un dettaglio che sfugge al primo passaggio.
È un percorso che riattiva i sensi: l’odore pungente della resina, il suono ritmico del mare, il calore della roccia sotto la mano. Non serve essere escursionisti esperti per apprezzarlo, ma serve voglia di guardare con attenzione e di camminare senza fretta.