Nel novero dei cammini famosi presenti in Europa e in Italia, oltre a quello di Santiago e della Via Francigena, ne esiste un altro che sta acquisendo sempre maggiore popolarità: la Via degli Dei.
Cosa tratteremo
Storia ed etimologia della Via degli Dei
La Via degli Dei è quell’itinerario che storicamente permetteva il passaggio attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano, collegando le città di Firenze e Bologna (l’antica Felsina).
I primi a sfruttare questo passaggio furono gli Etruschi, che riuscirono in questo modo a espandere i loro commerci anche nella Pianura Padana. In molti tratti fu utilizzata anche dai Romani, che vi fecero passare la Flaminia Militare, il prolungamento della via Cassia fino a Bologna.
Il nome di questo cammino non deriva da significati religiosi o mistici, ma dal nome dei monti che esso attraversa. Lungo il percorso, infatti, si costeggiano o si affrontano diversi monti i cui nomi hanno a che fare con la mitologia: Venere, Adone, Luario (da Lua, antica dea romana) e la cittadina di Monzuno, il cui nome deriva da Mons Iovi, ovvero Monte di Giove.
Via degli Dei: il percorso
La Via degli Dei parte da Piazza Maggiore a Bologna e dopo 130 km di camminata arriva a Piazza Santa Maria Novella a Firenze attraversando l’Appennino, con un dislivello massimo di 1050 m al raggiungimento di Monte dei Cucchi e Monte Luario.
La durata del tragitto può variare dalle quattro alle cinque giornate, a seconda della velocità mantenuta, della frequenza del passo e dal numero di tratte in cui si vuole dividere il cammino.
Il sito ufficiale ne consiglia cinque: Bologna – Badolo, Badolo – Madonna dei Fornelli, Madonna dei Fornelli – Monte di Fò, Monte di Fò – San Piero a Sieve, San Piero a Sieve – Firenze.
Le tappe possono essere personalizzate. Ad esempio, si può inserire Bivigliano tra San Piero a Sieve e Firenze. Oppure si può scegliere di non soggiornare presso gli hotel e i B&B presenti lungo il percorso, ma di optare per il campeggio in tenda.
Il percorso offre comunque numerose possibilità di adattamenti anche in base al livello di allenamento e resistenza. Un esempio di viaggio per i meno allenati può essere il seguente: Bologna – Sasso Marconi, Sasso Marconi – Monzuno, Monzuno – Monte Galletto, Monte Galletto – Traversa, Traversa – San Piero a Sieve, San Piero a Sieve – Olmo, Olmo – Firenze.
Difficoltà del percorso a piedi
La Via degli Dei è considerato un percorso dalla difficoltà medio-bassa. Questo è sottolineato dal fatto che il grado è essenzialmente di tipo E (escursionistico) e a tratti anche T (Turistico). Tuttavia, gran parte della fatica è data dal fatto che le distanze sono abbastanza lunghe.
I dislivelli si aggirano mediamente sui 300 m, tranne che nel tratto in salita da Monterumici a Poggio Santa Croce (circa 500 m) e tra San Piero a Sieve e Monte Senario (circa 600 m), mentre in discesa quello maggiore si ha tra Monte Alto e San Piero a Sieve con i suoi 700 m.
Pur essendo solo di poco superiore ai 200 m di dislivello, il tratto da Madonna dei Fornelli fino a Monte dei Cucchi è quello in cui si ha la pendenza maggiore e con un breve percorso ferrato.
Trekking sulla Via degli Dei: attrezzatura consigliata
Per affrontare questo cammino è comunque opportuno prepararsi in modo che si possa superare qualsiasi eventuale difficoltà.
In primo luogo il classico abbigliamento da trekking con buoni scarponi, calze tecniche e bastoncini telescopici. Si raccomanda di vestirsi a strati, non rinunciando all’immancabile mantella o poncho impermeabile, ideali per coprire anche lo zaino in caso di pioggia. Si tenga presente che il clima varia velocemente passando dall’umido emiliano al freddo delle vette, con alte possibilità di improvvisi cambi di tempo e comparsa di piogge che rendono più difficoltoso il cammino.
Da portare con sé anche una torcia frontale, una borraccia, perché vi sono tratti anche lunghi in cui non vi sono punti di approvvigionamento, un powerbank per la ricarica del cellulare, ma soprattutto la guida da scaricare offline e il tracciato GPS del percorso.
Nello zaino, oltre alla tenda e ai materassini se si dovesse decidere di dormire sugli spiazzi e nel bosco, una calzamaglia termica, delle magliette di ricambio, un kit di primo soccorso, un cordino, delle fascette di plastica autoregolanti e un maglioncino in pile.
Luoghi e posti da vedere lungo la Via degli Dei
Durante tutto il tragitto, oltre ad avere un diretto contatto con la natura selvaggia, si ha sempre la sensazione di fare un vero e proprio salto nel tempo anche per tutte le bellezze che si incontrano nel corso del viaggio.
Dal santuario di San Luca proprio sopra Bologna con i suoi 666 archi ai tratti lastricati della Flaminia Militare, dagli acquedotti al ponte di Vizzano con i suoi “passatori”, dal convento Bosco ai Frati o quello di Monte Senario alle torri in pietra di Monte Adone o al Castello del Trebbio, fino ad arrivare al Cimitero Tedesco al Passo della Futa, il più grande d’Europa.
Inoltre, si attraversano posti importanti da un punto di vista storico e commerciale come Le Croci, un piccolo borgo che fungeva da dogana tra lo Stato della Chiesa e il Granducato di Toscana.
Anche il paesaggio è un vero e proprio scrigno di bellezza in quanto è molto mutevole. Si passa, infatti, dalle distese di faggi presenti nella parte alta alla Contrafforte Pliocenico con la sua flora particolare, al tipico paesaggio multicolore delle colline toscane fino ad arrivare a Fiesole con il suo Pratone e la vista mozzafiato su tutta la Piana di Firenze.
Una nota a parte la merita l’enogastronomia in quanto la zona attraversata ha l’influenza sia toscana che emiliano-romagnola. È possibile assaporare le pietanze tipiche dell’una e dell’altra regione, come ad esempio le lasagne, i tortellini, i ravioli, la carne di manzo ai ferri, la bistecca fiorentina, la ribollita o i cantucci, ovviamente con l’accompagnamento di un buon vino Chianti o Lambrusco.